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C'è una parola intorno a cui ruotano le vicende narrate in questo complesso e fantasioso romanzo di Claudio Palmerini: è la parola potere, che viene declinata in tante forme diverse, ma costituisce l'asse portante di una narrazione che si gioca sul piano di una esemplare antinomia tra le forze del Bene e quelle del Male, tra luoghi incontaminati e territori corrotti da presenze malefiche e inquietanti. E queste presenze sono il risultato dell'evoluzione umana, che ha costruito un mondo nel quale la tecnologia ha preso il sopravvento soggiogando gli uomini e imponendo un potere dispotico e arrogante che si avvale di sofisticati sistemi di controllo: una sorta di "grande fratello" a cui niente sfugge e a cui è difficile contrapporsi.